Thanos Stavridis – “Con una valigia di sogni”

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La Gre­cia è un pae­se immer­so pro­fon­da­men­te nel Medi­ter­ra­neo non solo geo­gra­fi­ca­men­te ma soprat­tut­to per cul­tu­ra e tra­di­zio­ne. La sua vici­nan­za al mon­do sla­vo e lo stret­to rap­por­to col mon­do otto­ma­no (è sta­ta sot­to il domi­nio tur­co per più di 400 anni), ne han­no con­di­zio­na­to però costu­mi ed usi. Per un’occidentale che per la pri­ma vol­ta vie­ne a con­tat­to col mon­do elle­ni­co odier­no è net­ta la sen­sa­zio­ne di tro­var­si in un pae­se divi­so tra occi­den­te ed orien­te e con pro­fon­de influen­ze slave.
La Gre­cia esce, nel bene e nel male, da una socie­tà agro-pasto­ra­le e for­ti cam­bia­men­ti sono avve­nu­ti negli ulti­mi vent’anni nel pae­se; un pae­se pro­iet­ta­to a tro­va­re un pun­to di incon­tro tra le nuo­ve esi­gen­ze di una socie­tà in evo­lu­zio­ne, aper­ta a nuo­ve influen­ze e sti­mo­li e con­tem­po­ra­nea­men­te rispet­to­so del­le pro­prie radici.
Il discor­so è mol­to vasto e coin­vol­ge non solo usi, costu­mi e abi­tu­di­ni quo­ti­dia­ni ma influen­za anche il mon­do del­la tra­di­zio­ne culturale.
Anco­ra oggi quan­do si par­la di musi­ca gre­ca in Ita­lia, auto­ma­ti­ca­men­te la men­te va alle note del­la colon­na sono­ra di “Zor­bas il gre­co”. Ebbe­ne, era tem­po che la musi­ca gre­ca uscis­se dai vec­chi “ste­reo­ti­pi musi­ca­li” e si pre­sen­tas­se sia in patria sia all’estero con musi­che nuo­ve. Nuo­ve nel­la loro espres­sio­ne ma ric­che del­la vera e più auten­ti­ca tra­di­zio­ne gre­ca: la tra­di­zio­ne bizan­ti­na, anco­ra così ric­ca nei can­ti eccle­sia­sti­ci, fil­tra­ta nel­la musi­ca popo­la­re attra­ver­so 400 anni di occu­pa­zio­ne otto­ma­na; la tra­di­zio­ne del Nord gre­co e dell’Epiro cosi pie­na nei can­ti e nei suo­ni di spun­ti bal­ca­ni­ci, ove ritro­via­mo stru­men­ti tipi­ci del­la tra­di­zio­ne bal­ca­ni­ca orien­ta­le come il Kaval e il Ney.
La fusio­ne di que­sti ele­men­ti puri del­la tra­di­zio­ne in uno spi­ri­to di rin­no­va­men­to crea suo­ni che non sono una ripe­ti­zio­ne osses­si­va del vec­chio ma una evo­lu­zio­ne e un rias­sun­to di tut­to quel­lo che carat­te­riz­za la cul­tu­ra di un popo­lo: la sua sto­ria, i suoi costu­mi ed usi, le sue tradizioni .
Nasco­no arti­sti e musi­che nuo­ve sul­la sce­na musi­ca­le gre­ca; ormai da alcu­ni anni, nuo­vi talen­ti si affer­ma­no con musi­che di qua­li­tà, nel mas­si­mo rispet­to del­le tra­di­zio­ni popo­la­ri del loro paese.
“Con una vali­gia di sogni”, que­sto il tito­lo del­la pri­ma rac­col­ta disco­gra­fi­ca di Tha­nos Sta­vri­dis. Lo abbia­mo ascol­ta­to suo­na­re la fisar­mo­ni­ca nel cor­so del Festi­val esti­vo del Comu­ne di Patras­so e sia­mo rima­sti vera­men­te impres­sio­na­ti da lui e la sua ban­da i “dRom”, non solo per la mae­stria e la bra­vu­ra ma anche e, soprat­tut­to, per le com­po­si­zio­ni eseguite.
Sono 12 bra­ni com­po­sti dal­lo stes­so Sta­vri­dis ove occi­den­te ed orien­te si mesco­la­no: asso­nan­ze tra­di­zio­na­li del pas­sa­to e con­tem­po­ra­nee dei rit­mi etni­ci gre­ci, den­se di influen­ze bal­ca­ni­che e cari­che di ele­men­ti di jazz, tira­no fuo­ri l’anima di una Gre­cia che, tut­to som­ma­to, guar­da ad ovest.
Que­sta è la bra­vu­ra ed il talen­to di Sta­vri­dis: non fer­mar­si ai con­fi­ni di una musi­ca nazio­na­le ma riu­sci­re a tra­sva­li­ca­re quel con­fi­ne con orgo­glio, dichia­ran­do­si figlio di una cul­tu­ra medi­ter­ra­nea sen­za rin­ne­ga­re le sue influen­ze bal­ca­ni­che ed orientali.
Le sue paro­le di pre­sen­ta­zio­ne, pri­ma del con­cer­to, sono sta­te pro­prio que­ste: ”Sono con­scio di esse­re gre­co e di por­ta­re in seno alla mia cul­tu­ra gli ele­men­ti elle­spon­ti­ci, bal­ca­ni­ci e un po’ rom del­le mie ori­gi­ni gre­co-mace­do­ni; sono con­scio anche di esse­re figlio di una nazio­ne tut­ta pro­iet­ta­ta nel Mar Medi­ter­ra­neo ma da sem­pre divi­sa tra occi­den­te ed orien­te”. Que­ste paro­le sono la descri­zio­ne più veri­tie­ra del­la sua musi­ca. Essa è la ricer­ca del­la pro­pria iden­ti­tà cul­tu­ra­le nel diva­rio tra vec­chio e nuo­vo, tra occi­den­te ed oriente.
Il grup­po “dRom” si defi­ni­sce un col­let­ti­vo musi­ca­le ove con­flui­sco­no tut­te le espe­rien­ze musi­ca­li dei suoi com­po­nen­ti, uni­ti dal­la pas­sio­ne per la musi­ca e l’improvvisazione; nasce nel 2015 su ini­zia­ti­va di Tha­nos Sta­vri­dis, com­po­si­to­re e auto­re dei bra­ni. Tha­nos Sta­vri­dis vie­ne da una lun­ga espe­rien­za matu­ra­ta al fian­co sia di impor­tan­ti arti­sti nazio­na­li sia di gros­si nomi del­la musi­ca bal­ca­ni­ca estera.
Il loro cd dal tito­lo “Una vali­gia di sogni”, pub­bli­ca­to dal­la Kyklos Records, ha tro­va­to il favo­re del pub­bli­co anche all’estero; vie­ne ascol­ta­to tra­mi­te le sta­zio­ni radio­fo­ni­che in varie par­ti del mon­do ed ha rice­vu­to atte­sta­ti e giu­di­zi posi­ti­vi dal­la cri­ti­ca stra­nie­ra, clas­si­fi­ca­to come uno dei miglio­ri del­la cate­go­ria “world­mu­sic”.
– Tha­nos Sta­vri­dis – fisarmonica
– Jan­nis Kara­kal­pa­ki­dis – chi­tar­ra elettrica
– Jotis Kiourts­o­glou – basso
– Chri­stos Tasios – bat­te­ria e percussioni

Con que­sto schie­ra­men­to i dRom con­clu­do­no la loro tour­nè esti­va che li ha visti pro­ta­go­ni­sti in vari con­cer­ti tenu­ti in Gre­cia, Mace­do­nia del Nord, Cipro e Bulgaria.

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