Lettera ai giovani…

Per vent’anni ho fat­to il cal­cia­to­re. Que­sto cer­ta­men­te non mi ren­de un mae­stro di vita ma ora mi pia­ce­reb­be occu­par­mi dei gio­va­ni, così pre­zio­si e inso­sti­tui­bi­li. So che i gio­va­ni non ama­no i con­si­gli, anch’io ero così. Io però, sen­za arro­gan­za, sta­se­ra qual­che con­si­glio lo vor­rei dare. Vor­rei invi­ta­re i gio­va­ni a riflet­te­re su que­ste parole.
La pri­ma è passione.
Non c’è vita sen­za pas­sio­ne e que­sta la pote­te cer­ca­re solo den­tro di voi. Non date ret­ta a chi vi vuo­le influen­za­re. La pas­sio­ne si può anche tra­smet­te­re. Guar­da­te­vi den­tro e lì la troverete.
La secon­da è gioia.
Quel­lo che ren­de una vita riu­sci­ta è gioi­re di quel­lo che si fa. Ricor­do la gio­ia nel vol­to stan­co di mio padre e nel sor­ri­so di mia madre nel met­ter­ci tut­ti e die­ci, la sera, intor­no ad una tavo­la appa­rec­chia­ta. E’ pro­prio dal­la gio­ia che nasce quel­la sen­sa­zio­ne di com­ple­tez­za di chi sta viven­do pie­na­men­te la pro­pria vita.
La ter­za è coraggio.
E’ fon­da­men­ta­le esse­re corag­gio­si e impa­ra­re a vive­re cre­den­do in voi stes­si. Ave­re pro­ble­mi o sba­glia­re è sem­pli­ce­men­te una cosa natu­ra­le, è neces­sa­rio non far­si scon­fig­ge­re. La cosa più impor­tan­te è sen­tir­si sod­di­sfat­ti sapen­do di aver dato tut­to, di aver fat­to del pro­prio meglio, a modo vostro e secon­do le vostre capa­ci­tà. Guar­da­te al futu­ro e avanzate.
La quar­ta è successo.
Se segui­te gio­ia e pas­sio­ne, allo­ra si può par­la­re anche del suc­ces­so, di que­sta paro­la che sem­bra esse­re rima­sta l’unico valo­re nel­la nostra socie­tà. Ma cosa vuol dire ave­re suc­ces­so? Per me vuol dire rea­liz­za­re nel­la vita ciò che si è, nel modo miglio­re. E que­sto vale sia per il cal­cia­to­re, il fale­gna­me, l’agricoltore o il fornaio.
La quin­ta è sacrificio.
Ho subi­to da gio­va­ne inci­den­ti alle ginoc­chia che mi han­no crea­to pro­ble­mi e dolo­ri per tut­ta la car­rie­ra. Sono riu­sci­to a con­vi­ve­re e con­vi­vo con quei dolo­ri gra­zie al sacri­fi­cio che, vi assi­cu­ro, non è una brut­ta paro­la. Il sacri­fi­cio è l’essenza del­la vita, la por­ta per capir­ne il signi­fi­ca­to. La gio­vi­nez­za è il tem­po del­la costru­zio­ne, per que­sto dove­te alle­nar­vi bene ades­so. Da ciò dipen­de­rà il vostro futu­ro. Per que­sto gli anni che sta­te viven­do sono così impor­tan­ti. Non cre­de­te a ciò che arri­va sen­za sacri­fi­cio. Non fida­te­vi, è un’illusione. Lo sfor­zo e il duro lavo­ro costrui­sco­no un pon­te tra i sogni la realtà.
Per tut­ta la vita ho fat­to in modo di rima­ne­re il ragaz­zo che ero, che ama­va il cal­cio e anda­va a let­to strin­gen­do al pet­to un pal­lo­ne. Oggi ho solo qual­che capel­lo bian­co in più e tan­te vec­chie cica­tri­ci. Ma i miei sogni sono sem­pre gli stes­si. Colo­ro che fan­no sfor­zi con­ti­nui sono sem­pre pie­ni di spe­ran­za. Abbrac­cia­te i vostri sogni e inse­gui­te­li. Gli eroi quo­ti­dia­ni sono quel­li che dan­no sem­pre il mas­si­mo nel­la vita”.

Ed è pro­prio que­sto che augu­ro a Voi ed anche ai miei figli.
Rober­to Baggio

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