Strategie di distrazione…

LE 10 STRATEGIE DELLA DISTRAZIONE DI MASSA 

Noam Chom­sky, pro­fes­so­re eme­ri­to al Mas­sa­chu­setts Insti­tu­te of Tech­no­lo­gy, ha ela­bo­ra­to una lista del­le 10 rego­le del con­trol­lo socia­le, ovve­ro, stra­te­gie uti­liz­za­te per la mani­po­la­zio­ne del pub­bli­co attra­ver­so i mass media.

1) La stra­te­gia del­la distrazione.
L’elemento pri­mor­dia­le del con­trol­lo socia­le è la stra­te­gia del­la distra­zio­ne, che con­si­ste nel devia­re l’attenzione del pub­bli­co da pro­ble­mi impor­tan­ti e dai cam­bia­men­ti deci­si dal­le éli­tes poli­ti­che ed eco­no­mi­che, attra­ver­so la tec­ni­ca del dilu­vio o inon­da­zio­ne di con­ti­nue distra­zio­ni e infor­ma­zio­ni insignificanti.
La stra­te­gia del­la distra­zio­ne è anche indi­spen­sa­bi­le per impe­di­re al pub­bli­co di inte­res­sar­si alle cono­scen­ze essen­zia­li nell’area del­la scien­za, l’economia, la psi­co­lo­gia, la neu­ro­bio­lo­gia e la cibernetica.
Man­te­ne­re l’attenzione del pub­bli­co devia­ta dai veri pro­ble­mi socia­li impri­gio­na­ta da temi sen­za vera importanza.
Man­te­ne­re il pub­bli­co occu­pa­to, occu­pa­to, occu­pa­to, sen­za nes­sun tem­po per pen­sa­re di ritor­no alla fat­to­ria come gli altri animali.

2) Crea­re pro­ble­mi e poi offri­re le soluzioni.
Que­sto meto­do è anche chia­ma­to: Pro­ble­ma > Rea­zio­ne > Soluzione.
Si crea un pro­ble­ma, una situa­zio­ne pre­vi­sta per cau­sa­re una cer­ta rea­zio­ne da par­te del pub­bli­co, con lo sco­po che sia que­sto il man­dan­te del­le misu­re che si desi­de­ra­no far accettare.
Ad esem­pio: lascia­re che si dila­ghi o si inten­si­fi­chi una vio­len­za urba­na, orga­niz­za­re atten­ta­ti san­gui­no­si, con lo sco­po che il pub­bli­co sia che richie­da le leg­gi di sicu­rez­za e le poli­ti­che a disca­pi­to del­la libertà.

3) La stra­te­gia del­la gradualità.
Per far accet­ta­re una misu­ra inac­cet­ta­bi­le basta appli­car­la gra­dual­men­te, al con­ta­goc­ce, per anni consecutivi.
E’ in que­sto modo che con­di­zio­ni socio-eco­no­mi­che radi­cal­men­te nuo­ve, neo-libe­ra­li­smo, furo­no impo­ste duran­te il decen­nio degli anni ’80 e ’90.

4) La stra­te­gia del differire.
Un altro modo per far accet­ta­re una deci­sio­ne impo­po­la­re è quel­la di pre­sen­tar­la come dolo­ro­sa e neces­sa­ria, otte­nen­do l’applicazione pub­bli­ca nel momen­to, per un’applicazione futura.
E’ più faci­le accet­ta­re un sacri­fi­cio futu­ro che un sacri­fi­cio imme­dia­to: pri­mo, per­chè lo sfor­zo non è quel­lo impie­ga­to imme­dia­ta­men­te, secon­do, per­chè il pub­bli­co, la mas­sa, ha sem­pre la ten­den­za di spe­ra­re inge­nua­men­te che tut­to doma­ni andrà meglio e che il sacri­fi­cio richie­sto potreb­be esse­re evitato.
Que­sto da più tem­po al pub­bli­co per abi­tuar­si all’idea del cam­bia­men­to e di accet­tar­lo ras­se­gna­to quan­do arri­va il momento.

5) Rivol­ger­si al pub­bli­co come ai bambini.
La mag­gior par­te del­la pub­bli­ci­tà diret­ta al gran pub­bli­co usa discor­si, argo­men­ti, per­so­nag­gi e un’intonazione par­ti­co­lar­men­te infan­ti­le, mol­te vol­te vici­no alla debo­lez­za, come se lo spet­ta­to­re fos­se una crea­tu­ra di pochi anni o un defi­cien­te mentale.
Quan­do più si cer­ca di ingan­na­re lo spet­ta­to­re, più si ten­ta ad usa­re un tono infantile.
Perchè?
Se qual­cu­no si rivol­ge a una per­so­na come se aves­se dodi­ci anni o meno, allo­ra, in base alla sug­ge­stio­na­bi­li­tà, lei ten­de­rà con una cer­ta pro­ba­bi­li­tà ad una rispo­sta o rea­zio­ne come quel­la di una per­so­na di dodi­ci anni o meno.

6) Usa­re l’aspetto emo­ti­vo mol­to più del­la riflessione.
Sfrut­ta­re l’emozione è una tec­ni­ca clas­si­ca per pro­vo­ca­re un cor­to cir­cui­to su un’analisi razionale.
Inol­tre, l’uso del regi­stro emo­ti­vo, per­met­te di apri­re la por­ta di acces­so all’inconscio, per impian­ta­re o iniet­ta­re idee, desi­de­ri, pau­re e timori.

7) Man­te­ne­re il pub­bli­co nell’ignoranza e nel­la mediocrità.
Far si che il pub­bli­co sia inca­pa­ce di com­pren­de­re le tec­no­lo­gie ed i meto­di usa­ti per il suo con­trol­lo e la sua schiavitù.
La qua­li­tà dell’educazione data alle clas­si socia­li infe­rio­ri deve esse­re la più pove­ra e medio­cre possibile.

8) Sti­mo­la­re il pub­bli­co ad esse­re com­pia­cen­te con la mediocrità.
Spin­ge­re il pub­bli­co a rite­ne­re che è di moda esse­re stu­pi­di, vol­ga­ri e ignoranti.
9) Raf­for­za­re l’auto-colpevolezza.
Far cre­de­re all’individuo che è sol­tan­to lui il col­pe­vo­le del­la sua disgrazia.
Così, inve­ce di ribel­lar­si con­tro il siste­ma eco­no­mi­co, l’individuo si auto-sva­lu­ta e s’incolpa, cosa che crea a sua vol­ta uno sta­to depres­si­vo, uno dei cui effet­ti è l’inibizione del­la sua azione.
E sen­za azio­ne non c’è rivoluzione.

10) Cono­sce­re gli indi­vi­dui meglio di quan­to loro stes­si si conoscano.
Negli anni ’50 i rapi­di pro­gres­si del­la scien­za han­no gene­ra­to un diva­rio cre­scen­te tra le cono­scen­ze del pub­bli­co e quel­le pos­se­du­te e uti­liz­za­te dal­le éli­tes dominanti.
Gra­zie alla bio­lo­gia, la neu­ro­bio­lo­gia, e la psi­co­lo­gia appli­ca­ta, il siste­ma ha godu­to di una cono­scen­za avan­za­ta dell’essere uma­no, sia del­la sua for­ma fisi­ca che psichica.
Il siste­ma è riu­sci­to a cono­sce­re meglio l’individuo comu­ne di quan­to egli stes­so si cono­sca. Que­sto signi­fi­ca che, nel­la mag­gior par­te dei casi, il siste­ma eser­ci­ta un con­trol­lo mag­gio­re ed un gran pote­re sugli indi­vi­dui, mag­gio­re di quel­lo che lo stes­so indi­vi­duo eser­ci­ta su sé stesso.

Questo articolo è stato pubblicato in Blog.